La formulazione di prodotti cosmetici a connotazione naturale | Cosmetic Technology
“La formulazione di prodotti cosmetici a connotazione naturale” è il titolo dell’intervista a Luigi Miori, che è intervenuto in qualità di voce tecnica alla tavola rotonda organizzata dal Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia nell’ambito della 53ª edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna, pubblicata nel numero di luglio e agosto della rivista di settore Cosmetic and Technology.
Lo scopo di quest’intervista è scoprire come nasce un cosmetico a connotazione naturale, quali sono le criticità che incontra quotidianamente un formulatore e a cui deve far fronte per soddisfare le richieste del mercato e molto altro.
Di seguito alcuni estratti di domande e risposte che potrebbero aprire degli spunti interessanti.
Che cos’è un cosmetico a connotazione naturale secondo il suo punto di vista?
Questo argomento è sicuramente molto attuale e dibattuto, per questo motivo è difficile dare oggi una definizione univoca di prodotto naturale non essendoci nessun riferimento normativo specifico anche nel Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici. Possiamo però prendere in prestito una definizione da fonte autorevole (Positano GA. Cosmetici a connotazione naturale e sostenibile: risultati di ricerca. Cosmetica Italia. 2020.) e dire che si tratta di prodotti caratterizzati da elementi grafici o testuali (claim) che ne comunicano la connotazione naturale/biologica in linea con la sua composizione formulativa. Su questi principi l’utilizzo di materie prime di origine vegetale, la rivalutazione di erbe medicinali che provengono dalla tradizione, la valorizzazione del territorio e la modernizzazione dei processi produttivi, a mio parere, sono alla base di questa visione di prodotti.
Come si può garantire un cosmetico di questo genere?
Non disponendo di una definizione di legge, a oggi, dobbiamo affidarci a degli standard oppure a dei disciplinari redatti da enti privati specializzati (es. COSMOS, NATRUE). Attualmente sta avendo sempre più riconoscimento la linea guida ISO 16128 che si pone l’obiettivo di individuare e stabilire dei criteri per identificare in maniera univoca l’aggettivazione di prodotto naturale. La linea guida ISO per il formulatore è un buon riferimento, in azienda la utilizziamo molto soprattutto nella selezione degli ingredienti cosmetici. Qui è possibile leggere una definizione di materie prime naturali che sono ingredienti cosmetici ottenuti solo da piante, animali, microrganismi o minerali. Importante è l’indice di naturalità che va da zero a uno, grazie al quale possiamo quantificare la ”naturalità” degli ingredienti e del nostro prodotto finito.
Perché il consumatore dovrebbe scegliere un cosmetico naturale?
Tutto quello in cui abbiamo sempre creduto è diventato realtà e ce lo confermano le recenti analisi di mercato di Cosmetica Italia dopo la pandemia di COVID-19. Il mercato dei cosmetici a connotazione naturale e sostenibile muove il 16% del fatturato del settore cosmetico italiano, dunque non è un dato da sottovalutare. Questi si è dimostrato essere un ramo di mercato molto flessibile che ha ripreso i livelli di vendita pre-pandemia in maniera molto reattiva. In base ai dati disponibili, sappiamo che oggi più che mai, il consumatore è sensibile al tema della sostenibilità. In più, il consumatore a cui come aziende ci troviamo di fronte, è attento e più consapevole riguardo alla salute della propria pelle, predilige ingredienti dermoaffini che non appesantiscono la pelle e che ne ristorano la naturale fisiologia. La sensibilità delle persone, inoltre, non è più centrata solamente sulla cura personale, ma si sta ampliando sempre di più anche nei confronti dell’ambiente preferendo prodotti a basso impatto ambientale in tutte
le fasi della filiera produttiva; dalla scelta delle materie prime, alla formulazione,
fino al tipo di packaging da utilizzare e il suo smaltimento.
Qual è l’errore più comune che può commettere il formulatore?
L’errore più comune che da formulatore si tende a fare è sovradimensionare il prodotto a connotazione naturale con lo scopo di soddisfare il più possibile le
richieste del marketing che vuole riempire gli scattali con prodotti che vantano molte (forse troppe) proprietà naturali. Come abbiamo visto e sappiamo, in campo ci sono tantissimi enti privati che, secondo il loro punto di vista, danno la loro definizione di prodotto naturale, vegan, cruelty free ecc. applicando delle loro regole formulative e togliendo molto spesso importanti aree di manovra nella formulazione. Di conseguenza le aziende, in un mercato che richiede sempre più prodotti a connotazione naturale, sono concentrante non tanto sul sell-out e quindi sulla vendita al consumatore finale, ma piuttosto sul sell-in dove vengono messe al centro le esigenze delle aziende che vogliono in qualche modo posizionare il prodotto nel modo migliore. In tutto questo, il consumatore è veramente informato e sa di che cosa stiamo parlando? Sa che cosa significano tutti i “bollini” che trova in etichetta e il motivo per cui quei simboli si trovano proprio li? Ma ben più importante, il consumatore trova un prodotto effettivamente innovativo,
performante e green?
Luigi Miori, 2022, “La formulazione di prodotti cosmetici a connotazione naturale”, COSMETIC TECHNOLOGY, numero 4, pag. 82-84